Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

( nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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13 aprile 2019


Saluto all’iniziativa “Verso il 25 aprile: l’assedio di Leningrado” (Casa del Popolo, Milano)


Cari compagni,

ringrazio la compagna Greta che ha chiesto al (n)PCI di contribuire a questa iniziativa.

La resistenza e la vittoria di Leningrado contro le armate naziste è stata, così come la resistenza e la vittoria di Stalingrado, un esempio grandioso della potenza che le masse popolari sono in grado di sprigionare quando sono guidate da un partito comunista all’altezza dei compiti che la situazione pone. L’ammirazione che suscitano in noi la vittoria a Leningrado, la vittoria a Stalingrado e l’entrata dei partigiani a Milano il 25 aprile 1945 diventa fonte di insegnamenti fecondi per la nostra lotta di oggi, se teniamo ben presente il ruolo dei comunisti e dei loro partiti in quei gloriosi avvenimenti. Non a caso oggi sia la destra che la sinistra borghese nascondono o denigrano quel ruolo.

Chi oggi si definisce comunista e si lamenta perché “le masse popolari in Italia sono poco combattive” è fuori strada e non ha imparato nulla dall’esperienza del Partito comunista (bolscevico). I comunisti guidano le masse popolari, a partire da come sono e le fanno partecipare praticamente alla rivoluzione socialista che essi promuovono. Le masse popolari diventano sempre più combattive man mano che sperimentano che il partito comunista le dirige in modo giusto: ossia le dirige in modo che la loro forza cresce ed esse strappano alla borghesia una posizione dopo l’altra!

La vittoria della rivoluzione in Russia e la costruzione eroica dell’Unione Sovietica che, guidata da Lenin e da Stalin, fino al 1956 fu la base rossa per tutte le forze rivoluzionarie, hanno cambiato il corso delle cose nel mondo intero. Non è un caso che tutte le forze reazionarie approfittano del fatto che non abbiamo instaurato il socialismo nei paesi imperialisti e che i paesi socialisti sono crollati o hanno “cambiato colore” per dire che la nostra vittoria è impossibile.

Invece se studiamo bene l’esperienza di quegli anni, vediamo che non siamo riusciti a instaurare il socialismo nel nostro paese e che a un certo momento l’ondata della rivoluzione proletaria ha incominciato a declinare fino a esaurirsi, perché noi comunisti, nonostante i grandi risultati raggiunti, abbiamo condotto la lotta senza una comprensione adeguata:

1. della fonte e della natura della crisi generale in corso;

2. del sistema di controrivoluzione preventiva che la borghesia aveva messo in atto per ostacolare l’egemonia dei partiti comunisti sulle masse popolari;

3. della strategia della rivoluzione proletaria, che per sua natura deve essere guerra popolare rivoluzionaria;

4. della trasformazione che i comunisti devono compiere nella scuola del Partito per dirigere efficacemente le masse popolari;

5. della natura della classe dirigente e dello Stato nella società socialista;

6. della lotta tra due linee che bisogna condurre nel Partito per arrivare all’estinzione della divisione in classi sociali e dello Stato.

Per alcuni aspetti importanti della nostra lotta abbiamo quindi “navigato a vista”, siamo stati sorpresi dai risultati prodotti della nostra azione e non abbiamo fatto i passi in avanti che quei risultati rendevano necessario e possibile fare. Ad esempio alla fine della Seconda Guerra Mondiale la sinistra del PCUS diretta da Stalin si aspettava un aggravamento della crisi generale del capitalismo ma ci fu una fase di ripresa dell’accumulazione di capitale (1945-1975). I revisionisti moderni sfruttarono questo errore di analisi a favore delle loro tesi che i due sistemi sociali (capitalismo e socialismo) ormai convergevano, che fosse possibile la coesistenza pacifica a livello internazionale e la via pacifica al socialismo. L’affermazione dei revisionisti moderni, capeggiati da Kruscev in URSS e da Teng Hsiao-ping nella RPC, è il frutto di questi errori della sinistra del PCUS, del PCC e degli altri partiti comunisti. Sono questi errori la causa dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria.

Sta a noi superare questi errori e promuovere la rinascita del movimento comunista. Nel Manifesto Programma del (n)PCI e in I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale abbiamo sintetizzato le lezioni che abbiamo tratto. Lanciamo l’appello ad ogni partito comunista a studiarle e a sviluppare un salutare dibattito franco e aperto su di esse, rompendo con la diffusa prassi al “quieto vivere” che oggi in ogni paese ancora ostacola la rinascita del movimento comunista.

Lanciamo l’appello a chi vuole diventare comunista a fare tesoro delle nostre scoperte e a farne la sua linea d’azione, per contribuire efficacemente alla rivoluzione socialista in corso nel nostro paese!

Con scienza e coscienza avanziamo nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Il compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.